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#carta

Bertino Marco S.

Ginevra, classe 1953
«Si dovrebbe aspettare, raccogliere saggezza e dolcezza per una vita intera, una vita lunga se possibile, per riuscire forse, proprio alla fine, a saper scrivere dieci righe buone»1Rainer-Maria Rilke.

MANIFESTO

Marco Bertino orienta il suo cammino artistico all’essenziale: immagina di esplorare la materia, di scavarne l’ossatura che la compone e di renderla visibile agli occhi. Per l’artista svizzero il mondo visivo rappresenta soltanto il punto di partenza per costruire e immaginare un’infinità di mondi possibili. Nelle sue immagini incise lo sguardo sull’infinitamente piccolo e recondito e sull’infinitamente grande e lontano sono due estremi che in un certo senso si avvicinano in una comprensione unitaria e globale.

È il rapporto tra la realtà esteriore e quella sostanziale e invisibile di cui è composto l’universo, a costituire il tema ricorrente della sua ricerca. Egli guida il gesto nel tentativo di dare al segno, inciso sulla lastra una perfetta collocazione, senza ridondanze e senza eccessi nei tratti, con un’attitudine all’essenziale, che lo avvicina, per sensibilità, ai luoghi e alla cultura orientale, giapponese in particolare.

Alla sapienza tecnica, Bertino unisce una profonda sensibilità nei confronti dei materiali: dalla ricerca di pigmenti per realizzare i suoi inchiostri alla scelta della carta che ritiene più adatta a ospitare le sue stampe, con una predilezione per quelle cinesi e giapponesi. Più l’indagine si complicata attraverso l’esplorazione di luoghi reconditi, più sembra aver ragione Democrito quando nel V secolo a.C. affermava che «in realtà non conosciamo nulla, perché la verità è nel profondo».

Non è un caso se l’artista scegli i piccoli formati, lontani da qualsiasi rischio di spettacolarizzazione: essi ci obbligano a una maggiore riflessione e attenzione. Se l’occhio è allenato a misurarsi nel «piccolo», minore sarà il rischio di perdersi nel grande, perché «la bellezza della natura vista dall’interno e nei suoi termini più essenziali, è ancora più perfetta di quanto appaia esternamente. La natura è effettivamente uno spettacolo che non si esaurisce mai».2Carlo Rubbia, Alla ricerca dell’infinitamente piccolo, intervista condotta da P.A. Bertazzi, Meeting Euresis, Rimini 2003, in http://www.meetingrimini.org.

PERCORSO

Il suo legame con il Lago Maggiore inizia da piccolissimo quando, nel fine settimana e durante le vacanze, soggiornava nella casa della nonna a Pallanza. Da quel momento inizia a esplorare e conoscere il territorio e i suoi abitanti. Stringe amicizia con gli artisti de Il Brunitoio, l’officina di incisione e stampa a Ghiffa.

Marco Bertino raccoglie nelle sue mani tutte le abilità richieste per dare vita a un’immagine incisa: è artista, incisore e stampatore.

In Svizzera inizia la sua formazione nel campo dell’incisione nel 1974 a Neuchâthel e ottiene il diploma all’École Supérieure d’Art Visuel a Ginevra nel 1980. Da quel momento non smette più di incidere: incide, stampa, insegna la pratica di differenti tecniche nel campo della calcografia.

Nel 1987 a Ginevra apre il suo atelier che ancora oggi è luogo principale del suo lavoro. Realizza dei timbri d’obliterazione speciali per le PTT svizzere, stampa per il Cabinet des Estampes di Ginevra tutte le matrici di calcografica che appartengono all’Istituzione ed effettua lavori per diversi artisti. È membro dal 1984 di Visarte (società svizzera d’arti visive) e dal 2004 del gruppo d’artisti incisori contemporanei Le Signe et la Marge a Parigi. Dal 2018 fa parte dell’Association d’Artistes de la Fondation Taylor di Parigi. In Spagna ha ottenuto il primo premio al Concorso Internazionale di Calcografia Cidade de Ourense (1993) e in Francia nel 2019 il premio d’incisione attribuito dall’Association des Amis du Salon d’Automne di Parigi. Le sue opere sono esposte in numerosi fondi di disegni e stampe, tra i quali, il Museo Municipal de Ourense (Spagna), il Museo della Scuola di Belle Arti di Hanoï (Vietnam), la Biblioteca Cantonale di Bellinzona (Svizzera), il Cabinet National des Estampes de Paris (Francia), il Gabinetto delle Stampe del Museo Civico di Cremona (Italia). Tra gli altri, di lui hanno scritto J. S. Sattentau (Conservatore Gabinetto delle Stampe di Ginevra,1990), A. Bégui (Gallerista e autore di libri sull’incisione, 2002), M.-C. Enevoldsen (Critica d’Arte, 2005), G. Grassi (Storica dell’Arte, 2017).

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